Una Guardia di Frontiera: Il soldato Carmine Barbato

«Volevo che i giovani sapessero, capissero, aprissero gli occhi. Guai se i giovani di oggi dovessero crescere nell’ignoranza, come eravamo cresciuti noi della “generazione del Littorio”. Oggi la libertà li aiuta, li protegge. La libertà è un bene immenso, senza libertà non si vive, si vegeta»
Nuto Revelli

Con le parole di Nuto Revelli, scrittore, Ufficiale degli Alpini e partigiano Italiano racconto la storia di un soldato padulese che ha vissuto tante vicissitudini nella sua breve vita.

Carmine era stato posto in congedo illimitato provvisorio perché la sua statura era di 1,53cm e la statura minima che consentiva l’arruolamento era di 1,54cm. Nonostante ciò il 26 maggio del 1938 fu arruolato nel 20° Corpo d’Armata – Guardia alla frontiera di Cuneo.

Carmine nacque a Paduli il 23 luglio 1916 ed era figlio di Giovanni e Mariangela Patierno. Era un contadino. A seguito di un dispaccio ministeriale che arruolava presso la Guardia alla Frontiera anche chi non raggiungeva l’altezza minima per il Regio Esercito, il 26 maggio del 1938 raggiunse il 34° Reggimento Fanteria di Cuneo.

Carmine avrebbe dovuto svolgere soltanto un anno di servizio militare ma con la guerra alle porte, fu trattenuto alle armi ed inviato a combattere sul fronte greco.
Il 15 dicembre 1940 sbarcò a Valona (Albania) e il 29 dicembre 1940 fu fatto prigioniero di guerra ed internato a Candia nell’isola di Creta.

Il 30 giugno 1941 fu liberato dagli Italiani e fatto rimpatriare. Fu trattenuto per poche settimane presso il Centro Raccolta Reduci da Prigionia di Guerra di Vittorio Veneto e successivamente, inviato a prestare servizio presso il deposito di Merano al confine. Qui vi rimase fino al 3 aprile del 1942, quando ritornò al fronte di guerra Jugoslavia.

Il 20 febbraio 1943 fu disperso nella battaglia di Neretva. Un’atroce battaglia combattuta e caratterizzata da situazioni drammatiche che si concluse con un successo strategico per i partigiani jugoslavi di Tito che, nonostante le gravi perdite, riuscirono a sfuggire alla manovra d’accerchiamento tedesca e ad infliggere una dura sconfitta ai reparti dell’Esercito italiano e dei collaborazionisti cetnici schierati sul fiume.

Per questa battaglia il Comando dell’Asse impiegò 130.000 soldati italiani e i morti e i dispersi furono 2.500 circa tra cui purtroppo anche Carmine.

Carmine è stato insignito della Croce al Merito di Guerra e delle Campagne di guerra del 1940 -1942 – 1943.

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