Clino nacque a Paduli, il 18 novembre 1898, da Stefano ed Elisa Trombetti. Terminati gli studi superiori presso il Liceo Classico “Pietro Giannone” di Benevento, fu chiamato alle armi il 15 ottobre 1917 per combattere la “Grande Guerra”, 10 giorni prima di Caporetto. Il suo spirito giovanile, la sua ardente sete di azione, il suo entusiasmo e la sua passione per la Patria non si placarono nei pochi mesi di trincea. Partecipò alla spedizione fiumana con D’annunzio. A Fiume organizzò un battaglione napoletano. Nel 1920, munito di una lettera autografa di D’annunzio, venne inviato a Napoli per raccogliere volontari e per orientare l’opinione pubblica in favore della città olocausta. In pochi giorni raccolse numerose adesioni e ripartì per Fiume. Il 15 ottobre ritornò a Napoli ed il 20 novembre del 1920 ricevette la tessera della Federazione fascista di Napoli e ben presto entrò a far parte del Direttorio del Partito Nazionale Fascista a Napoli. Da li a poco fu costituito e messo a capo della 1° squadra d’azione. Clino era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza di Napoli e il campo d’azione fu proprio la gioventù universitaria. Nel 1921 creò i G.U.F.(Giovani Universitari Fascisti). Nel luglio del 1922 il Direttorio Campano del Fascismo delegò Clino a rappresentare il fascismo e ad iniziare l’opera di proselitismo e di propaganda nelle province di Benevento ed Avellino. Il fascismo di Clino Ricci era stato e restava un movimento di dedizione alla Patria, un riscatto di valori spirituali e morali per il bene del Paese. Di fronte a situazioni storiche, sociali, morali e politiche tanto diverse, Clino Ricci nel meridione non voleva atteggiarsi a ras locale, come i tanti Farinacci o Balbo. Nella sua opera di comando, proibisce agli squadristi locali di portare fucili o moschetti e di esibire comunque armi, proibisce alle squadre di cantare, di urlare, proibisce alle squadre di prendere il treno senza biglietto. Impone di portare la camicia nera solo in servizio, perché egli dice: “la camicia nera è geloso privilegio degli squadristi”. E ancora “Non voglio vedere sulle camicie nere o sui fez né teste di morto né altri fregi”. Alla fine del 1922 è Console della rinnovata Legione Sannita e su di lui confluiscono le responsabilità militari e politiche del fascismo in terra Sannita. Negli anni a seguire si batté molto contro i cosiddetti “fascisti della seconda ora”, quegli individui che entravano a far parte del fascismo solo per avere una posizione dominante e per il clientelismo, si scagliò contro il fascismo minaccioso e sopraffattore di altre zone d’Italia. Lo squadrismo sannita dimostrava quale fosse il Fascismo nella mente e nel cuore del Console Clino Ricci. Clino in breve tempo, con l’entrata nel partito dei fascisti della seconda ora, perse la carica di Segretario Federale. Nei giorni del delitto Matteotti, Clino Ricci così commentò l’accaduto: “Un gruppo di sinistri avventurieri ha tradito la nostra fede, il nostro Duce, la nostra Patria e si è macchiato di un orrendo delitto. Tutti i nostri nemici sbucano dall’ombra e tentano di confonderci con gli assassini. Si vuole la distruzione del Fascismo, oggi l’ora dei pallidi politicanti è finita ed è la vostra ora o Camicie Nere! E’ l’ora della fedeltà, dell’ardimento, dell’amore implacabile”. Con queste parole, il fascismo sannita riprendeva a marciare con colui che nella sua coscienza purissima sapeva di non potersi confondere con gli assassini, perché era stato sempre alieno della violenza fisica. Ad appena 26 anni a causa di un banale mal di denti, degenerato in cancrena, costringeva gli amici a ricoverarlo la sera del 26 novembre 1924 nell’ospedale militare della Trinità di Napoli. A nulla valsero le cure e le premure affettuose dei migliori sanitari di Napoli. Il giorno 7 dicembre, Clino Ricci reclinava il capo, dopo aver chiesto:” Voglio vedere la luce bianca!”. La salma fu portata a Benevento ed esposta nella sede della Sezione Fascista. Il giorno successivo fu trasportata a Paduli, nella terra natale. La sua tomba fu in parte scavata dalle baionette degli squadristi ed il monumento funebre venne inaugurato nel 1928.
Clino Ricci è il terzo in piedi a destra.
Gli sono state intitolate strade e piazze.
Sotto, l’immagine del pugnale del Console Clino Ricci con incise le parole: Clino Ricci, Console Sannita, Ottobre 1922, Fiume d’Italia, Guerra 1915-18, Invicta.