Il martire senza altare

Un meraviglioso scritto del Console Clino Ricci del Luglio 1924.

“Il martire senza altare.

In un recente mattino di luglio, a Pietrelcina, un contadino è stato abbattuto dal sole sui covoni del grano. Otto giovani figli erano la robusta corona della sua non lunga vita: e le valide braccia gli avevano conquistato anche una agiatezza che forse gli consentiva il riposo. Ma il Caduto apparteneva a quella generazione formidabile, non estinta, per la fortuna d’Italia – che alterna tra l’uva e il grano la sua fatica e lascia il pungolo dei bovi per impugnare la zappa e posa la vanga per stringere, nei solleoni infernali, la falce a togliere il pane alla terra.

L’ora del riposo non verrà mai. Come le stelle tremano incerte ai primi chiarori dell’ alba , egli si ridesterà per la fatica ; e la terra percossa, scavata, seminata, per lui fiorita, l’avrà fino al tramonto. Il figliuol suo nascerà tra zolla e zolla e ancora là verserà il suo sudore: così anche il figlio del figliuol suo.
Finché un giorno verrà, in cui sopra un lettuccio stenterà rassegnato i suoi ultimi giorni, fino a quando, benedetti i figliuoli, chiuderà gli occhi per sempre, tra il pianto delle figlie e delle nuore; o sotto la morsa del sole rovente, quando il cielo è pieno di riflessi sanguigni e le vene bruciano come piombo fuso e la fronte sgocciola e la gola è riarsa, tra solco e solco cadrà fulminato senza dare un lamento.

E l’indomani, sul campo brillerà ancora la zappa sotto il sole, impugnata dal figlio, o striderà la falce tra le spighe che gli costarono la vita.

Io volli deporre una corona sulla tua bara, la sola, oltre quella che intorno a te strinse il gruppo dei tuoi figli, statue di bronzo. Io volli seguirti nel tuo cammino verso 1’estrema dimora, nel sentiero che scende dalla tua casa nascosta tra il verde, verso il camposanto fiorito. Perché era della tua razza l’Ignoto. Simile a te, che sei destinato ad essere disconosciuto, senza che la tua costanza e la tua fedeltà, la tua docilità e il tuo sacrificio abbiamo il canto della celebrazione e della consacrazione.

Ma no: perché giorno verrà in cui su tutti i colli le verghe accenderanno i tuoi fuochi: e la tua accetta dominerà, terribilmente simile alla scure del fascio littorio. E tu sarai il trionfatore!”

Pochi mesi dopo aver scritto questa memoria, Clino morì a soli 26 anni!

L’inedita foto del suo funerale lungo le strade di Paduli e la sua tessera personale della milizia, sono un’importante testimonianza che da oggi resteranno impresse nella storia di tutto il Sannio.

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